l’Odore della giovinezza
Spesso capita di ricevere richieste di consigli per acquistare una macchina fotografica. Sono soprattutto i neofiti che formulano le richieste, ed io in genere prima di dare un indirizzo cerco di capire quale sarà l’utilizzo o le aspettative del mezzo fotografico. Proprio ieri ho ricevuto una ulteriore richiesta di questo tipo e questo mi ha riportato indietro di almeno venticinque anni.
Ero stanco di usare una Minolta che utilizzava caricatori 110 e che seppure aveva una buona dose di tecnologia e un’ ottica discreta, non poteva certamente dare risultati di buon livello. In casa, prima di questa, avevamo una “scatola” americana tipo Kodak Brownie che usava rulli 6×6, e un’ottima Topcon reflex 35 mm. La scatola di bakelite nera fu purtroppo rotta proprio da me in un’età che non porta ancora la ragione, mentre la Topcon che era veramente ottima fu danneggiata irrimediabilmente dopo essere stata prestata a un mio zio. La Minolta arrivò proprio a compensazione di questo guaio. Quando decisi che era venuto il momento di comprare una macchina fotografica, il primo problema principale era quello dei soldi. Come tutti i ragazzi di allora, ne avevo molto pochi, e in famiglia non ne giravano molti. Dopo aver fatto alcuni lavoretti, avevo una piccola somma da investire. A primo acchitto mi orientai verso una delle tante Bencini (era una casa italiana che aveva in catalogo alcune fotocamere) o verso una Beirette. Macchine dignitose, ma non reflex con ottica intercambiabile. La mia fortuna fu che proprio in quei giorni in edicola comparve uno speciale edito da Fotografare sulle reflex. Un mio amico più fortunato comprò una Canon AE 1, io in verità avrei preferito comprare una Nikon FM, ma la dotazione economica mi sconsigliava tale scelta. Scelsi, infine, l’unica macchina che le mie finanze mi permettevano di acquistare: una Zenit TTL. Questa era una macchina di fabbricazione russa che sotto un corpo da carro armato aveva una tecnologia che risaliva ad almeno un decennio prima. Gamma di tempi molto ridotta, 1/30, 1/60, 1/125, 1/500 e posa B, sincro flash a 1/30 . A differenza dell’altra produzione Zenit, questa aveva la misurazione TTL, anche se era in stop-down. La macchina non aveva il simulatore di diaframma, ma chiudeva effettivamente sul valore prescelto rendendo il mirino molto scuro, a volte non si riusciva nemmeno a mettere a fuoco. Questa, poi, era affidata solo a una corona di microprismi centrali, e le indicazioni dell’esposimetro erano date da un ago sulla destra del mirino. La macchina pesantissima, era contenuta in una borsa pronto di una pelle tinta di nero che aveva un odore orribile che anche con il passare degli anni non accennò a diminuire. Qualche amico, dall’alto della sua fotocamera made in japan, mi derideva. Eppure debbo tanto a questa obsoleta macchina russa che mi ha permesso di capire effettivamente l’uso dei tempi e dei diaframmi. Oggi ne ho un esemplare, che conservo gelosamente. Non è quello mio, venduto per acquistare una Praktica MTL3, ma mi ricorda lo stesso le mie origini. E quando me le dimentico basta annusare la borsa pronto per avere una splendida ventata di giovinezza.
Ciao,
ho appena creato un gruppo di facebook sulle macchine fotografiche Bencini.
se vuoi passare:http://www.facebook.com/group.php?gid=111177045591022&ref=ts
grazie e un saluto
Mitica Zenit TTL! La uso a volte (anche se preferisco una Praktica, piu’ leggera) con ottimi risultati!