Aldo Moro, il TG1 e Berengo Gardin
Cambiano i tempi, cambia il mondo, ma non cambia il modo di approcciare la fotografia da parte dei mass media. Oggi il telegiornale della rete Uno ha mandato in onda un servizio sul famoso fotografo Gianni Berengo Gardin che è stato chiamato proprio dalla Rai per scegliere una serie di foto inviate dai telespettatori per commemorare Aldo Moro. Dopo la consueta presentazione, (il fotografo italiano più famoso nel mondo) l’autore del servizio ha parlato con una sorta di vivo compiacimento affermando che Berengo Gardin “non si è mai lasciato sedurre dal digitale”. Lo stesso maestro ha dichiarato che ” ho visto che cambia la mentalità del fotografo”. E’ chiaro che rispetto i pareri espressi, ma ogni volta che si parla di scatti “rigorosamente con la pellicola” mi sento accapponare la pelle. In un modo o nell’altro si fa sempre passare il messaggio di qualità superiore sia delle foto, sia del fotografo. Il rifiuto del digitale, invece, secondo il mio modesto parere è indice di assenza di volontà di innovarsi e di raccogliere nuove sfide. Mi sia consentito anche un piccolo appunto, i vincitori riceveranno un libro del maestro autografato. Un pò pochino, visto i costi faraonici del servizio pubblico. Al libro potevano almeno unire un set di pellicole fotografiche.
Mimmo sei una persona estremamente pacata ed educata. Ho visto parte del servizio che citi e mi sono venuti in mente un sacco di episodi ricorrenti nella carriera di insegnante. Come la domanda di inizio corso in cui chiedo sempre quali sono i riferimenti iconografici dei nuovi studenti relativamente al fotogiornalismo per sentirmi rispondere sistematicamente Cartier Bresson e Salgado, quando va bene Capa. L’episodio che racconti cade nella stessa categoria: ignoranza grassa… Ecco io non ho altre definizioni per chi attribuisce al Berengo Gardin titoli analoghi a quello che hai citato. Certo se altro non si conosce allora va bene, ma intanto si continua a diffondere ignoranza grassa. Senza contare che lo stesso autore del servizio avrebbe probabilmente sciorinato le stesse parole per chiunque… tanto un paio di complimenti sono sempre ben accetti da tutti e non costano niente. Il tutto senza togliere merito a Gianni Berengo Gardin per ciò che ha fatto, ma senza dimenticare anche i numerosi inguardabili lavori che ha prodotto nel corso di tanti anni e centinaia di libri pubblicati. A grande merito di Gianni va invece il fatto che quando parla di se stesso lo fa con molto più buon senso di tanti improvvisati cantori delle sue gesta fotografiche. Ecco perché ho esordito dicendo che sei una persona pacata ed educata, perché di fronte a servizi del genere ho una certa difficoltà a non cedere alla tentazione di distribuire insulti.