Naufraghi della finanza
Quali conseguenze avrà sul mondo della fotografia il crollo di Wall Street? La crisi della finanza mondiale inciderà anche sul nostro lavoro, sulle nostre abitudini? E’ sicuramente presto per dirlo, anche se Luca Pianigiani con perfetto tempismo ha dato la notizia su Jumper che in seguito alla fuga degli investitori Uber un sito con contenuti utili alla fotografia ha chiuso i battenti. Potrebbe essere il primo della serie. Sicuramente molte aziende del settore fotografico risentiranno della crisi sia degli investitori, sia dei consumi. Probabilmente molte aziende legate a settori marginali o di nicchia saranno costrette a chiudere, forse assisteremo alla scomparsa di altri marchi storici della fotografia. Con la inevitabile contrazione degli investimenti pubblicitari potrebbe essere a rischio anche l’editoria specializzata. Una situazione del genere l’ho vissuta in prima persona nei primi anni Novanta quando la crisi di Tangentopoli provocò la riduzione e la scomparsa di molte testate con cui lavoravo. Certo è che la crisi era già nell’aria, molti miei clienti si lamentavano di non riuscire più ad esportare all’estero, altri parlavano di grossa riduzione degli ordini o delle vendite. Che fare? Penso che l’unica via percorribile sia quella della duttilità, e della riduzione delle spese correnti. Accettare lavori di vario genere senza preclusioni, e dare un’occhiata a quello che si spende, può essere la ricetta vincente per restare a galla in un mercato in grossa burrasca.